Il Papa, ‘il presepe e l’albero segni di pace e speranza’: in udienza i donatori della diocesi Nocera Inferiore-Sarno
“Il Presepio e l’Albero sono segni di fede e di speranza, mentre li contempliamo nelle nostre case, nelle parrocchie e nelle piazze, chiediamo al Signore di rinnovare in noi il dono della pace e della fraternità. Preghiamo per quanti soffrono a causa della guerra e della violenza”. Lo ha detto papa Leone ricevendo i donatori del presepio nell’Aula Paolo VI, e dell’albero di Natale e del presepio in Piazza San Pietro. Come ha spiegato proprio Prevost, quest’anno il presepe proviene dalla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Prevost ha ringraziato, “il vescovo mons. Giuseppe Giudice, le autorità civili, i diversi gruppi ecclesiali”, “per quest’opera artistica che richiama elementi tipici del vostro territorio, come il Battistero di Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore, la fontana Helvius di Sant’Egidio del Monte Albino e i caratteristici cortili dell’Agro Nocerino-Sarnese”. “Sono luoghi abitati da S. Alfonso Maria de’ Liguori, dai Servi di Dio don Enrico Smaldone e Alfonso Russo – ha proseguito -. Ringrazio le imprese coinvolte, le maestranze e quanti hanno ideato il progetto e collaborato alla sua realizzazione, mirando ad unire arte e spiritualità in una scenografia che racconta la fede e le radici culturali della vostra terra. Ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che si recheranno a Piazza San Pietro, la scena della natività ricorderà che Dio si fa vicino all’umanità, si fa uno di noi, entrando nella nostra storia con la piccolezza di un bambino”. “Infatti, nella povertà della stalla di Betlemme, contempliamo un mistero di umiltà e di amore. Davanti ad ogni presepe, anche quelli realizzati nelle nostre case, riviviamo quell’Avvenimento e riscopriamo la necessità di cercare momenti di silenzio e di preghiera nella nostra vita”. “Accanto al Presepe – ha detto ancora -, c’è l’abete rosso proveniente dai boschi dei comuni di Lagundo e di Ultimo, nella diocesi di Bolzano-Bressanone. Saluto la delegazione che viene da quella bella terra: il vescovo mons. Ivo Muser, i sindaci, le altre autorità e le diverse aggregazioni ecclesiali e civili. L’albero, con le sue fronde sempreverdi, è segno di vita e richiama la speranza che non viene meno neppure nel freddo dell’inverno. Le luci che lo adornano simboleggiano Cristo luce del mondo, venuto a fugare le tenebre del peccato e a illuminare il nostro cammino. Oltre al grande abete, da quelle stesse località dell’Alto Adige provengono gli altri alberi di dimensioni più piccole destinati a uffici, luoghi pubblici e ambienti vari della Città del Vaticano”.





